Alimentazione
Sull’alimentazione dei cardellini si sono spesi fiumi d’inchiostro, e ancora oggi si discute sui componenti delle miscele di semi, alla ricerca della “formula perfetta”.
Il sottoscritto ritiene, prudentemente, che l’alimentazione debba variare in base ad alcuni parametri che in linea di massima possiamo così definire:
- Microclima dell’allevamento: inteso come parametri di temperatura e umidità dei locali in cui si alleva.
- Latitudine dei luoghi: un clima più rigido richiederà sicuramente una alimentazione più calorica.
- Tipologia degli alloggi: soggetti allevati e alloggiati in gabbie, gabbioni o voliere, avranno logicamente esigenze alimentari differenti.
- Periodo dell’anno: che, indipendentemente dalle stagioni, andrebbe distinto in quattro fasi: muta, riposo, preparazione dei riproduttori e allevamento.
La qualità: un fattore primario
Altro fattore importantissimo, sul quale non mi stancherò mai di insistere, è la qualità dei semi, essendo una mia profonda e assoluta convinzione che la stragrande maggioranza delle patologie dei cardellini in cattività siano causate unicamente dalla cattiva qualità dei semi impiegati nella loro alimentazione. Per questo motivo ecco alcune precauzioni che vi consiglio di adottare
- Assicuratevi sempre che il vostro rivenditore di fiducia NON tenga i semi nello stesso locale dove alloggia uccelli, cani e altri animali.
- Che non consenta ai clienti di toccare con le mani i semi o le miscele e che egli stesso non lo faccia.
- Quando ciò sia possibile acquistate confezioni sigillate.
- Cercate di controllare la data di scadenza che deve essere presente su ogni sacco.
- Lavate SEMPRE con cura le mani prima di maneggiare alimenti per gli uccelli, usando un sapone disinfettante (meglio se evitate di toccare i semi usando un misurino per prelevarli dai contenitori).
Un mito da sfatare
Un mito che mi sento di sfatare è, invece (non me ne vogliano i suoi sostenitori accaniti), è quello della scagliola.
La scagliola è un seme utilissimo. Essendo molto simile ai cereali da un punto di vista nutrizionale, il suo apporto di carboidrati ha un’indubbia valenza nel completamento dell’alimentazione degli uccelli. I canarini, possono vivere quasi esclusivamente di questo seme, ma non dimentichiamo che essi vantano secoli di adattamento alla cattività. Riguardo ai cardellini, sono convinto che un suo consumo moderato giovi anche a loro, ma vorrei rammentare che questi in natura si nutrono quasi esclusivamente dei semi delle composite, una famiglia di piante di cui fanno parte: girasoli, cardi, soffioni, ma anche lattuga, cicoria e …carciofi! La scagliola non sanno neppure cosa sia.
Costringere i cardellini a cibarsene spesso si rivela un’arma a doppio taglio, nel senso che lo stress cui vengono sottoposti i soggetti più restii a cibarsene, apre la porta a tutta una serie di problemi. Per questo motivo, da molti anni, pur mettendola sempre a disposizione dei miei cardellini, lascio che la consumino a loro esclusiva discrezione e posso assicurarvi che con questo sistema godono di ottima salute.
Del resto ho sempre ritenuto che gli animali posseggano un enorme vantaggio che è quello di possedere un istinto ancora integro e quindi, se gli viene fornita la giusta offerta alimentare, siano perfettamente in grado di autoregolarsi, mantenendosi in buona salute. Proprio come fanno in natura.
Sono certo che molte persone saranno scettiche di fronte a questa mia teoria, ma a coloro che lo riterranno consiglio di provare il mio sistema e valutarne i risultati.
Il mio sistema alimentare
In definitiva il mio “sistema alimentare” è abbastanza semplice e si basa sulla somministrazione di quei semi di cui anche in natura i cardellini tendono a cibarsi. Ovviamente non è possibile fornire l’intera gamma di semi disponibili in natura e quindi negli anni ho adottato quelli più facilmente reperibili in commercio e precisamente:
- Lattuga
- Cicoria
- Cardo
A questi ho aggiunto la perilla, i cui semi hanno un discreto apporto proteico e contengono circa il 40% di materia grassa ricca di acidi grassi polinsaturi e Omega 3.
Per mia comodità sono solito preparare il miscuglio in questo modo:
2 parti di perilla, 4 di lattuga, 2 di cicoria e una di cardo.
Con gli anni, anche osservando le preferenze degli uccelli in una data stagione, ho imparato a variare i quantitativi dei singoli semi a seconda del periodo.
Questa miscela di semi viene offerta ai miei uccelli in una singola mangiatoia, nell’altra si trova una miscela di buona qualità per canarini composta quasi solo da scagliola.
Di recente ho incominciato a somministrare anche degli estrusi di una nota casa mangimistica come complemento alla dieta e sono molto soddisfatto dei risultati.
Non uso il grit, ma somministro tutto l’anno osso di seppia e calcio in polvere.
Fornisco verdura sotto forma di foglie di cicoria ben lavate.
Vitamine e fermenti lattici, completano il quadro.
L’acqua: un elemento prezioso
Consentitemi di spendere due parole riguardo all’acqua. Molti di noi usano l’acqua del rubinetto per i propri uccelli. Eppure quasi tutti, almeno a Napoli, bevono acqua minerale in bottiglia, perché sanno che la qualità di quella del rubinetto lascia parecchio a desiderare. Io da molti anni ho installato a casa un depuratore a osmosi inversa, che mi garantisce una buona qualità dell’acqua, ma anche prima ho sempre usato acqua in bottiglia per abbeverare gli uccelli. Sono convinto, infatti, che il loro delicato organismo sia molto sensibile ai danni derivati dall’assunzione di acqua ricca di calcare e addizionata di cloro…. senza contare tutto quello che inquina le nostra falde acquifere o i tratti del nostro acquedotto, la cui costruzione risale alla notte dei tempi. Vitamine e molti farmaci sono alterati o resi inefficaci anche solo dal cloro, per cui consiglio di usare acqua minerale liscia almeno durante i trattamenti vitaminici e farmacologici